STORIA DELLO YOGA
STORIA ANTICA
Le origini dello Yoga possono essere rintracciate in un momento storico che ha avuto luogo circa 8.000 anni fa. In quel periodo l’India era popolata da diverse etnie, dislocate nelle varie regioni del sub-continente, le principali erano i Dravidi e i Mongoli. In origine queste popolazioni erano organizzate in clan, tribù, piccoli gruppi sociali che popolavano le varie zone del territorio. Nella struttura sociale vi erano i vari ruoli tra cui quello dello sciamano, l’uomo che si dedicava alla ricerca spirituale.
Nel corso dei secoli questi ricercatori, cercando di dare risposte alle domande come: “chi sono? da dove vengo? Quale è lo scopo della vita?”, avevano sviluppato una conoscenza spirituale basata sulla pratica dell’auto-osservazione, infatti, ritirandosi nelle foreste o sulle montagne potevano praticare la meditazione per conoscere sé stessi e la natura.
Ad un certo punto un popolo di conquistatori proveniente dall’occidente, da nord ovest, inizia ad invadere i territori indiani, si tratta del popolo ariano che inizia la sua lenta invasione cercando di sottomettere le popolazioni originarie dell’India alla sua cultura, la cultura Vedica.
Proprio in quel momento storico viveva Shiva, un uomo illuminato che era ben consapevole delle conseguenze che l’invasione ariana avrebbe causato sulla cultura locale. In quel tempo, infatti, non vi era ancora una cultura unificata sul territorio del sub-continente, quindi gli ariani avrebbero potuto facilmente imporre la cultura vedica agli indiani soggiogandoli completamente. Era quindi necessaria una unificazione delle varie culture locali per far fronte alla forza degli ariani.
Oggi Shiva è conosciuto come una divinità, un concetto filosofico o come un personaggio mitologico ma fu grazie a lui che lo Yoga divenne una pratica sistematizzata e ben organizzata. La cultura ariana era basata sui veda, delle raccolte di inni e versi che riassumevano tutta la conoscenza accumulata dagli ariani nel corso della loro storia. I veda in quel momento erano tre: Sama veda - Rig veda e Yajur veda.
Possiamo dire che l’approccio ariano alla ricerca delle verità della vita era molto razionale e logico, tipico dell’uomo che vive nel freddo nord. Le popolazioni che abitavano il territorio indiano erano invece più abituate ad una ricerca spirituale, basata sull’ascolto, sull’osservazione e sull’intuizione. Un approccio interamente analogico. Shiva si dedicò in quel periodo a viaggiare, portando insegnamenti su vari aspetti della vita e delle arti che la animano: dallo Yoga alla danza, dalla medicina alla scienza sacra, ecc.
In questo modo cominciò a unificare le sottoculture locali, dando vita a quella che oggi conosciamo come la cultura del Tantra. Questa cultura, basata soprattutto sull’approccio spirituale alla vita, divenne forte e diffusa fino al punto di essere impenetrabile dalla entrante cultura vedica. Nelle varie rappresentazioni di Shiva, troviamo la sua forma chiamata Nataraji ovvero il “re della danza”. Nataraji danza su Maya celebrando la sconfitta dell’illusione e dell’ignoranza.
Questo ci aiuta a ricollegare lo Yoga all’arte della Danza, una disciplina che oltre a favorire l’espressione artistica, insegna a muovere, posizionare e aprire il corpo in modo fluido e armonioso. In India la Danza è molto connessa alla filosofia dello Yoga, alla mitologia e all’arte sacra. Non è difficile vedere le radici comuni tra danza e Yoga:
È facile immaginare come le pratiche Yoga possano essere state per lungo tempo utilizzate dai ballerini per preparare il corpo, mantenerlo sano e aprirlo. Recentemente al CERN di Ginevra è stata installata un’enorme statua di Nataraji come simbolo dell’eterna danza delle particelle che compongono l’universo. La scienza sta svelando gli stessi segreti che gli yogi ci tramandano da millenni.
A seguito dell’incontro tra Veda e Tantra ebbe quindi inizio il lungo processo di fusione delle due culture: gli ariani non poterono soggiogare completamente il popolo indiano a causa della forza della loro cultura, e finirono per esserne influenzati fino al punto di iniziare ad inglobare parti della cultura tantrica nel sistema vedico. Venne compilato così il quarto veda, l’Atharva Veda, che incorporava in sé anche le conoscenze mediche da cui ebbe origine l’Ayurveda.
Questo processo, nonostante tutto, in molte regioni lasciò il Tantra intatto, come infatti possiamo ancora ritrovarlo attraverso l’insegnamento di alcuni yogi e Maestri che lo ripropongono nella sua forma originale Ma allo stesso tempo il Tantra influenzò continuamente il Veda fino a dare origine ad un nuovo sistema culturale che ha successivamente influenzato la storia dell’India per i millenni a seguire, l’Induismo.
Anche se ricco di divinità femminili e maschili, il sistema culturale induista si afferma come un approccio religioso monoteistico. L’Entità Suprema che sta all’origine di ogni cosa, viene in qualche modo scissa e nascono varie divinità che ne incarnano i diversi aspetti e le varie qualità. Nel corso dei secoli questo dà vita a continue reinterpretazioni e nascono sempre nuovi dogmi e rituali che si basano sugli antichi insegnamenti vedici e sulla scienza del tantra.
Intorno al 500 a.c. circa la situazione è ormai così trasformata che i vari dogmi sono diventati la base di nuove credenze, superstizioni e innumerevoli riti. Il sistema delle caste divide la società in modo drammatico e lo Yoga insegnato da Shiva viene continuamente rielaborato e reinterpretato divenendo uno strumento che asseconda il sistema culturale indù.
Emergono in quel momento due personaggi destinati ad influenzare la storia, due uomini che scelgono una strada diversa e raggiungono l’illuminazione. Shakyamuni (conosciuto come il Buddha) e Mahavira. Essi daranno vita a nuovi sistemi culturali e spirituali, il buddismo e il Jainismo. Mentre il jainismo rimane una religione di nicchia, il buddismo dilaga in tutta l’Asia grazie ai viaggi del Buddha durati oltre 40 anni. Successivamente nascono nelle varie regioni dell’Asia diverse forme culturali sempre ispirate ai sui insegnamenti, lo Zen, ed il Chan, rispettivamente in Giappone ed in Cina. Fu Bodhidharma in particolare a portare il buddismo in Cina basandosi sul Lankavatara-Sutra.
Intanto il Tantra, portato in giro per l’Asia dagli Yogi erranti ha continuato la sua influenza, in tempi molto antichi incontrando la cultura locale della Mongolia, diede origine al Taota che successivamente divenne quello che oggi conosciamo come il Tao (taoismo). Nel tempo alcuni Yogi viaggiarono in Cina per recuperare antiche tecniche ormai dimenticate in India, Vashista fu uno di questi grandi personaggi. In Tibet invece il Tantra è stato portato insieme al buddismo e si sviluppò integrando l’originaria cultura Bonn, nel tempo si svilupparono varie scuole, tra le più conosciuta vi sono il Sakya, il Kagyu e il Kadam. Tra i personaggi più rilevanti qui abbiamo Padmasambhava, Marpa e Milarepa.
Le tecniche del Tantra hanno quindi accompagnato nella storia i ricercatori delle diverse culture e tradizioni spirituali. Anche nelle culture occidentali e medio-orientali possiamo rintracciare l’influenza del Tantra attraverso simboli che gli appartengono da sempre.
Lo Yoga quindi, è stato utilizzato nei secoli e nei millenni da infiniti ricercatori e spiritualisti come mezzo per elevarsi.
Ogni cultura lo ha riadattato alle proprie esigenze scegliendo di usarne le tecniche in modo diverso e, soprattutto, selezionando solo alcune delle pratiche che il sistema originale, creato da Shiva, comprendeva.
STORIA MODERNA
Negli ultimi due secoli lo Yoga ha raggiunto anche il mondo occidentale, in seguito alla colonizzazione dell’India da parte degli inglesi. La cultura indiana ha cominciato a raggiungere i salotti europei, suscitando l’interesse di coloro che si appassionavano all’esoterismo e al misticismo. Già dagli anni ‘20 alcuni Yogi come Yogananda e Vivekananda cominciano a diffondere gli insegnamenti dei loro Maestri e dello Yoga in America. Vengono fondati i primi ashram e centri Yoga in America e sempre più Maestri cominciano a raggiungere il mondo occidentale.
Con il supporto della rivoluzione culturale degli anni ’60 poi, lo Yoga ha cominciato a diffondersi anche tra i giovanissimi. La Meditazione e le Ãsana cominciano ad essere praticati da sempre più persone. Alcuni Maestri diventando molto popolari diffondono nuovi modi di concepire lo Yoga e le sue pratiche (Satchitananda, Osho…). A volte questo porta a creare confusione mentre in altri casi alcuni Insegnanti cercano di trasmettere lo Yoga come era alle origini. In particolare in India Krsnamacharya, uno yogi che vive a Mysore e insegna nel palazzo del maharaja, osservando i militari inglesi durante gli allenamenti e la ginnastica, sviluppa un metodo personale che sarà, successivamente, il punto di riferimento per molte persone.
Tra i suoi discepoli, infatti, vi sono il nipote B.K.S. Iyengar, il figlio T.K.V. Desikachar e Pattabhi Jois. Ognuno di loro sviluppa un proprio stile e metodo di pratica che riscuote l’entusiasmo della sempre crescente comunità di Yogi in tutto il mondo.
Da questi stili ne emergono altri, infatti gli allievi più intraprendenti di questi yogi, riadattano a loro volta gli insegnamenti ricevuti, generando ulteriori modi di concepire e praticare lo Yoga.
Fin dall’antichità lo Yoga è stato presentato e praticato in modi diversi: Hatha Yoga, Raja Yoga, Bhakti Yoga, Laya Yoga, ecc. È quindi normale che anche ai nostri giorni ci siano tanti modi di praticarlo. Lo Yoga si adatta continuamente ai bisogni dell’uomo, era dopo era, è una disciplina capace di adattarsi alle esigenze dell’uomo e della società.
La tradizione ha trasmesso per secoli ogni conoscenza e pratica dello yoga , oralmente, da Guru (maestro) a Discepolo, come una catena, chiamata Parampara. Solo nel periodo 250 a.c. Patanjali compne un'opera (Yogasutra) in cui mette per iscritto il cammino dello yoga. Con quest'opera Patanjali ha reso accessibile a chiunque il cammino dello yoga, descrivendo con chiarezza cosa è, qual' è il suo fine e come raggiungere lo scopo.
STORIA DELLO YOGA
STORIA ANTICA
Le origini dello Yoga possono essere rintracciate in un momento storico che ha avuto luogo circa 8.000 anni fa. In quel periodo l’India era popolata da diverse etnie, dislocate nelle varie regioni del sub-continente, le principali erano i Dravidi e i Mongoli. In origine queste popolazioni erano organizzate in clan, tribù, piccoli gruppi sociali che popolavano le varie zone del territorio. Nella struttura sociale vi erano i vari ruoli tra cui quello dello sciamano, l’uomo che si dedicava alla ricerca spirituale.
Nel corso dei secoli questi ricercatori, cercando di dare risposte alle domande come: “chi sono? da dove vengo? Quale è lo scopo della vita?”, avevano sviluppato una conoscenza spirituale basata sulla pratica dell’auto-osservazione, infatti, ritirandosi nelle foreste o sulle montagne potevano praticare la meditazione per conoscere sé stessi e la natura.
Ad un certo punto un popolo di conquistatori proveniente dall’occidente, da nord ovest, inizia ad invadere i territori indiani, si tratta del popolo ariano che inizia la sua lenta invasione cercando di sottomettere le popolazioni originarie dell’India alla sua cultura, la cultura Vedica.
Proprio in quel momento storico viveva Shiva, un uomo illuminato che era ben consapevole delle conseguenze che l’invasione ariana avrebbe causato sulla cultura locale. In quel tempo, infatti, non vi era ancora una cultura unificata sul territorio del sub-continente, quindi gli ariani avrebbero potuto facilmente imporre la cultura vedica agli indiani soggiogandoli completamente. Era quindi necessaria una unificazione delle varie culture locali per far fronte alla forza degli ariani.
Oggi Shiva è conosciuto come una divinità, un concetto filosofico o come un personaggio mitologico ma fu grazie a lui che lo Yoga divenne una pratica sistematizzata e ben organizzata. La cultura ariana era basata sui veda, delle raccolte di inni e versi che riassumevano tutta la conoscenza accumulata dagli ariani nel corso della loro storia. I veda in quel momento erano tre: Sama veda - Rig veda e Yajur veda.
Possiamo dire che l’approccio ariano alla ricerca delle verità della vita era molto razionale e logico, tipico dell’uomo che vive nel freddo nord. Le popolazioni che abitavano il territorio indiano erano invece più abituate ad una ricerca spirituale, basata sull’ascolto, sull’osservazione e sull’intuizione. Un approccio interamente analogico. Shiva si dedicò in quel periodo a viaggiare, portando insegnamenti su vari aspetti della vita e delle arti che la animano: dallo Yoga alla danza, dalla medicina alla scienza sacra, ecc.
In questo modo cominciò a unificare le sottoculture locali, dando vita a quella che oggi conosciamo come la cultura del Tantra. Questa cultura, basata soprattutto sull’approccio spirituale alla vita, divenne forte e diffusa fino al punto di essere impenetrabile dalla entrante cultura vedica. Nelle varie rappresentazioni di Shiva, troviamo la sua forma chiamata Nataraji ovvero il “re della danza”. Nataraji danza su Maya celebrando la sconfitta dell’illusione e dell’ignoranza.
Questo ci aiuta a ricollegare lo Yoga all’arte della Danza, una disciplina che oltre a favorire l’espressione artistica, insegna a muovere, posizionare e aprire il corpo in modo fluido e armonioso. In India la Danza è molto connessa alla filosofia dello Yoga, alla mitologia e all’arte sacra. Non è difficile vedere le radici comuni tra danza e Yoga:
È facile immaginare come le pratiche Yoga possano essere state per lungo tempo utilizzate dai ballerini per preparare il corpo, mantenerlo sano e aprirlo. Recentemente al CERN di Ginevra è stata installata un’enorme statua di Nataraji come simbolo dell’eterna danza delle particelle che compongono l’universo. La scienza sta svelando gli stessi segreti che gli yogi ci tramandano da millenni.
A seguito dell’incontro tra Veda e Tantra ebbe quindi inizio il lungo processo di fusione delle due culture: gli ariani non poterono soggiogare completamente il popolo indiano a causa della forza della loro cultura, e finirono per esserne influenzati fino al punto di iniziare ad inglobare parti della cultura tantrica nel sistema vedico. Venne compilato così il quarto veda, l’Atharva Veda, che incorporava in sé anche le conoscenze mediche da cui ebbe origine l’Ayurveda.
Questo processo, nonostante tutto, in molte regioni lasciò il Tantra intatto, come infatti possiamo ancora ritrovarlo attraverso l’insegnamento di alcuni yogi e Maestri che lo ripropongono nella sua forma originale Ma allo stesso tempo il Tantra influenzò continuamente il Veda fino a dare origine ad un nuovo sistema culturale che ha successivamente influenzato la storia dell’India per i millenni a seguire, l’Induismo.
Anche se ricco di divinità femminili e maschili, il sistema culturale induista si afferma come un approccio religioso monoteistico. L’Entità Suprema che sta all’origine di ogni cosa, viene in qualche modo scissa e nascono varie divinità che ne incarnano i diversi aspetti e le varie qualità. Nel corso dei secoli questo dà vita a continue reinterpretazioni e nascono sempre nuovi dogmi e rituali che si basano sugli antichi insegnamenti vedici e sulla scienza del tantra.
Intorno al 500 a.c. circa la situazione è ormai così trasformata che i vari dogmi sono diventati la base di nuove credenze, superstizioni e innumerevoli riti. Il sistema delle caste divide la società in modo drammatico e lo Yoga insegnato da Shiva viene continuamente rielaborato e reinterpretato divenendo uno strumento che asseconda il sistema culturale indù.
Emergono in quel momento due personaggi destinati ad influenzare la storia, due uomini che scelgono una strada diversa e raggiungono l’illuminazione. Shakyamuni (conosciuto come il Buddha) e Mahavira. Essi daranno vita a nuovi sistemi culturali e spirituali, il buddismo e il Jainismo. Mentre il jainismo rimane una religione di nicchia, il buddismo dilaga in tutta l’Asia grazie ai viaggi del Buddha durati oltre 40 anni. Successivamente nascono nelle varie regioni dell’Asia diverse forme culturali sempre ispirate ai sui insegnamenti, lo Zen, ed il Chan, rispettivamente in Giappone ed in Cina. Fu Bodhidharma in particolare a portare il buddismo in Cina basandosi sul Lankavatara-Sutra.
Intanto il Tantra, portato in giro per l’Asia dagli Yogi erranti ha continuato la sua influenza, in tempi molto antichi incontrando la cultura locale della Mongolia, diede origine al Taota che successivamente divenne quello che oggi conosciamo come il Tao (taoismo). Nel tempo alcuni Yogi viaggiarono in Cina per recuperare antiche tecniche ormai dimenticate in India, Vashista fu uno di questi grandi personaggi. In Tibet invece il Tantra è stato portato insieme al buddismo e si sviluppò integrando l’originaria cultura Bonn, nel tempo si svilupparono varie scuole, tra le più conosciuta vi sono il Sakya, il Kagyu e il Kadam. Tra i personaggi più rilevanti qui abbiamo Padmasambhava, Marpa e Milarepa.
Le tecniche del Tantra hanno quindi accompagnato nella storia i ricercatori delle diverse culture e tradizioni spirituali. Anche nelle culture occidentali e medio-orientali possiamo rintracciare l’influenza del Tantra attraverso simboli che gli appartengono da sempre.
Lo Yoga quindi, è stato utilizzato nei secoli e nei millenni da infiniti ricercatori e spiritualisti come mezzo per elevarsi.
Ogni cultura lo ha riadattato alle proprie esigenze scegliendo di usarne le tecniche in modo diverso e, soprattutto, selezionando solo alcune delle pratiche che il sistema originale, creato da Shiva, comprendeva.
STORIA MODERNA
Negli ultimi due secoli lo Yoga ha raggiunto anche il mondo occidentale, in seguito alla colonizzazione dell’India da parte degli inglesi. La cultura indiana ha cominciato a raggiungere i salotti europei, suscitando l’interesse di coloro che si appassionavano all’esoterismo e al misticismo. Già dagli anni ‘20 alcuni Yogi come Yogananda e Vivekananda cominciano a diffondere gli insegnamenti dei loro Maestri e dello Yoga in America. Vengono fondati i primi ashram e centri Yoga in America e sempre più Maestri cominciano a raggiungere il mondo occidentale.
Con il supporto della rivoluzione culturale degli anni ’60 poi, lo Yoga ha cominciato a diffondersi anche tra i giovanissimi. La Meditazione e le Ãsana cominciano ad essere praticati da sempre più persone. Alcuni Maestri diventando molto popolari diffondono nuovi modi di concepire lo Yoga e le sue pratiche (Satchitananda, Osho…). A volte questo porta a creare confusione mentre in altri casi alcuni Insegnanti cercano di trasmettere lo Yoga come era alle origini. In particolare in India Krsnamacharya, uno yogi che vive a Mysore e insegna nel palazzo del maharaja, osservando i militari inglesi durante gli allenamenti e la ginnastica, sviluppa un metodo personale che sarà, successivamente, il punto di riferimento per molte persone.
Tra i suoi discepoli, infatti, vi sono il nipote B.K.S. Iyengar, il figlio T.K.V. Desikachar e Pattabhi Jois. Ognuno di loro sviluppa un proprio stile e metodo di pratica che riscuote l’entusiasmo della sempre crescente comunità di Yogi in tutto il mondo.
Da questi stili ne emergono altri, infatti gli allievi più intraprendenti di questi yogi, riadattano a loro volta gli insegnamenti ricevuti, generando ulteriori modi di concepire e praticare lo Yoga.
Fin dall’antichità lo Yoga è stato presentato e praticato in modi diversi: Hatha Yoga, Raja Yoga, Bhakti Yoga, Laya Yoga, ecc. È quindi normale che anche ai nostri giorni ci siano tanti modi di praticarlo. Lo Yoga si adatta continuamente ai bisogni dell’uomo, era dopo era, è una disciplina capace di adattarsi alle esigenze dell’uomo e della società.
La tradizione ha trasmesso per secoli ogni conoscenza e pratica dello yoga , oralmente, da Guru (maestro) a Discepolo, come una catena, chiamata Parampara. Solo nel periodo 250 a.c. Patanjali compne un'opera (Yogasutra) in cui mette per iscritto il cammino dello yoga. Con quest'opera Patanjali ha reso accessibile a chiunque il cammino dello yoga, descrivendo con chiarezza cosa è, qual' è il suo fine e come raggiungere lo scopo.